Fondo Michele Logi
*
Maria Luisa Meoni, «L’Unità», 22 marzo 1970, p.12
Dopo il ritiro dei licenziamenti.Strappato l’accordo alla VILCA di Colle
E’ stato firmato l’accordo aziendale alla VILCA: è questa la seconda vittoria in 5 giorni dei combattivi operai della vetreria di Colle che some si ricorderà sono scesi in lotta lunedì scorso per respingere il licenziamento di tre attivisti sindacali. Il provvedimento giudicato ingiusto e illegittimo non solo dagli operai della VILCA e delle organizzazioni sindacali che hanno diretto unitariamente la battaglia, ma anche dalla popolazione e da vari schieramenti politici è stato come è noto revocato. Quell’articolo prevedeva anche un successivo incontro delle controparti, fissato per ieri pomeriggio alle 16,30 presso l’Ufficio del lavoro di Siena per discutere anche dei problemi aziendali. Infatti la battaglia alla VILCA si era sviluppata recentemente proprio su alcune questioni a carattere economico e normativo: gli operai si erano poi scontrati con il rifiuto da parte padronale. Le questioni poste dai lavoratori riguardano alcuni passaggi di qualifica all’interno dell’azienda.
Durante le varie fasi della vertenza si erano avuti anche tentativi da parte padronale per dividere il compatto fronte operaio attraverso proposte di aumenti salariali che riguardavano solo una parte dei dipendenti. Con l’accordo firmato a conclusione del lungo incontro di ieri pomeriggio protrattosi fino alle 22, si è avuto un aumento salariale di 3600 lire mensili per tutti gli operai. E’ una conquista di notevole importanza se si pensa soprattutto alla situazione venutasi a creare nell’azienda e che la lotta decisa e tempestiva degli operai ha sbloccato in pochi giorni. Inoltre assume un particolare rilievo il concetto dell’aumento uguale per tutti gli operai.
La battaglia aziendale recente aveva registrato punte di notevole interesse: era stato concretamente affrontato anche il problema della salute e delle condizioni di lavoro nell’azienda (in estate il calore è insopportabile e l’atmosfera soffocante; in alcuni reparti, dove è soprattutto manodopera femminile, si lavora con le mani continuamente nell’acqua o adoperando acidi) attraverso incontri degli operai con qualificati docenti dell’università senese. Il discorso era appena iniziato e avrebbe dovuto essere continuato anche con rilievi precisi dell’azienda, quando il colpo di testa padronale interruppe l’azione in questo senso. Il problema era stato impostato partendo dalla denuncia dell’inefficacia delle visite del medico aziendale che si limitavano ad una breve anamnesi. Altro problema affrontato è quello degli straordinari: in un volantino e in discussioni tra gli operai la linea del rifiuto di fare gli straordinari particolarmente in riferimento alle condizioni della nostra provincia (ma il discorso è anche più generale) dove ci sono oltre quattromila disoccupati.
Anche le forme di lotta adoperate tra cui la non collaborazione, sono state avanzate: motivi che hanno fatto scemare la reazione padronale, che però è stata immediatamente respinta.
Maria Luisa Meoni
*